Le porte della percezione
Nei primi anni ‘60, una giovane donna inglese, Bridget Riley, osserva affascinata lo scorrere dell’acqua, i vortici di vento e tutti i movimenti che esistono in natura. Bridget è un’insegnante d’arte e lavora come illustratrice: vuole a tutti i costi ricreare sulla tela quegli stessi movimenti, sostituendosi alle forze naturali che li generano. Ci riesce! La sua pittura vibra ai nostri occhi e ci ipnotizza, con linee e figure che ruotano, avanzano, retrocedono, illudendoci di muoversi. È Optical-Art, detta Op-Art, un movimento artistico di cui Bridget Riley fa parte. I riferimenti al mondo reale ci sono, anche se non evidenti. L’artista ha dichiarato: “Lavoro con la natura, anche se in termini completamente nuovi. Per me la natura non è il paesaggio, ma il dinamismo di forze visive”.
Le porte della percezione
Nei primi anni ‘60, una giovane donna inglese, Bridget Riley, osserva affascinata lo scorrere dell’acqua, i vortici di vento e tutti i movimenti che esistono in natura. Bridget è un’insegnante d’arte e lavora come illustratrice: vuole a tutti i costi ricreare sulla tela quegli stessi movimenti, sostituendosi alle forze naturali che li generano. Ci riesce! La sua pittura vibra ai nostri occhi e ci ipnotizza, con linee e figure che ruotano, avanzano, retrocedono, illudendoci di muoversi. È Optical-Art, detta Op-Art, un movimento artistico di cui Bridget Riley fa parte. I riferimenti al mondo reale ci sono, anche se non evidenti. L’artista ha dichiarato: “Lavoro con la natura, anche se in termini completamente nuovi. Per me la natura non è il paesaggio, ma il dinamismo di forze visive”.