Nel 1960 in Germania viene allestita un’esposizione internazionale dal titolo “Monochrome Malerei”. Il curatore nel catalogo scrive: “I quadri non sono che colore: il rosso, il bianco, il nero, il giallo e l’azzurro sono indifferenziati, puri e senza limiti”. È la mostra dedicata agli artisti che esplorano la potenza di un solo colore, che si allontanano sia dal realismo che dall’astrazione lasciando la scena ad un unico elemento. Il verde di Lucio Fontana è espressione dello spazio infinito; il blu di Yves Klein unifica il cielo e la terra cancellando il piano dell’orizzonte; il rosso di Anish Kapoor è una tinta spirituale, simbolo del sangue e della vita. Altri, come Ellsworth Kelly azzerano gli elementi con il contrasto di due o più toni. Piero Manzoni, invece, negli “Achrome” sceglie il bianco, che non è un colore. Cosa vuole dirci? Il bianco è ciò che resta se alle cose si toglie forma, dimensione e colore. Manzoni così facendo lascia parlare la materia pura, l’unica capace di sprigionare pura energia.
Nel 1960 in Germania viene allestita un’esposizione internazionale dal titolo “Monochrome Malerei”. Il curatore nel catalogo scrive: “I quadri non sono che colore: il rosso, il bianco, il nero, il giallo e l’azzurro sono indifferenziati, puri e senza limiti”. È la mostra dedicata agli artisti che esplorano la potenza di un solo colore, che si allontanano sia dal realismo... continua...