È un corpo?
Alina Szapocznikow è un'artista vissuta tra il 1926 e il 1973, anni importantissimi per la sua formazione e nei quali fu vittima della terribile tragedia che fu il secondo conflitto mondiale. Ebrea polacca, durante la Seconda Guerra Mondiale fu deportata nei campi di concentramento, tra cui Auschwitz, da cui uscì superstite. La sua arte è stata sicuramente ispirata dalle tragedie che ha vissuto nel corso della sua vita, dalla tubercolosi mortale del padre, alla sparizione del fratello durante la guerra, all’aver vissuto in prima persona le atrocità dei campi di concentramento, essersi ammalata di tubercolosi a sua volta ed essere morta a causa di un tumore al seno. Tutto questo l'ha portata a realizzare delle sculture che volevano essere una “memoria materiale” del dolore vissuto e rappresentare la fragilità e i limiti del corpo umano, in particolare il suo; Alina, infatti, realizza le sue opere con calchi di parti del suo corpo (o di quello del figlio). Il cancro al seno ha influenzato profondamente la sua arte, tanto da spingerla, nell’ultima parte della sua produzione a realizzare una serie di opere “tumorali”.
È un corpo?
Alina Szapocznikow è un'artista vissuta tra il 1926 e il 1973, anni importantissimi per la sua formazione e nei quali fu vittima della terribile tragedia che fu il secondo conflitto mondiale. Ebrea polacca, durante la Seconda Guerra Mondiale fu deportata nei campi di concentramento, tra cui Auschwitz, da cui uscì superstite. La sua arte è stata sicuramente ispirata dalle tragedie che ha vissuto nel corso della sua vita, dalla tubercolosi mortale del padre, alla sparizione del fratello durante la guerra, all’aver vissuto in prima persona le atrocità dei campi di concentramento, essersi ammalata di tubercolosi a sua volta ed essere morta a causa di un tumore al seno. Tutto questo l'ha portata a realizzare delle sculture che volevano essere una “memoria materiale” del dolore vissuto e rappresentare la fragilità e i limiti del corpo umano, in particolare il suo; Alina, infatti, realizza le sue opere con calchi di parti del suo corpo (o di quello del figlio). Il cancro al seno ha influenzato profondamente la sua arte, tanto da spingerla, nell’ultima parte della sua produzione a realizzare una serie di opere “tumorali”.