Con le avanguardie artistiche del primo Novecento la storia dell’arte subisce una sterzata nel segno della provocazione. Marcel Duchamp nel 1917 capovolge un orinatoio mettendo la sua firma (Fountain, 1917). Nel 1916 Piero Manzoni mette in una scatoletta di latta un suo personale “ricordo” e le applica l’etichetta Merda d’artista; Maurizio Cattelan nel 2010 realizza L.O.V.E., una scultura monumentale raffigurante un enorme dito medio che viene installata davanti la sede della Borsa di Milano. Inizialmente l’artista ribelle voleva semplicemente scardinare le norme tradizionali del fare arte. Oggi la provocazione nell’arte serve a urlare messaggi politici, sociali, religiosi. Come? Con immagini forti e decise, a volte anche con il macabro spettacolo di animali imbalsamati o l’uso di immagini religiose dissacranti. È provocazione contro il buon senso, contro la morale, contro le regole; è un’arma che l’artista contemporaneo usa per smuovere le coscienze e trasformare l’arte in uno strumento di critica e un invito alla riflessione.
Con le avanguardie artistiche del primo Novecento la storia dell’arte subisce una sterzata nel segno della provocazione. Marcel Duchamp nel 1917 capovolge un orinatoio mettendo la sua firma (Fountain, 1917). Nel 1916 Piero Manzoni mette in una scatoletta di latta un suo personale “ricordo” e le applica l’etichetta Merda d’artista; Maurizio Cattelan nel 2010 realizza L.O.V.E.,... continua...