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Per l’autore romano Plinio il Vecchio la pittura ebbe origine quando una donna, la fanciulla di Corinto, tracciò il profilo del suo innamorato intorno all'ombra proiettata dal suo viso. Fino al Trecento però i personaggi dei dipinti – Cristo, la Madonna, i santi e gli angeli – erano senza ombra e stavano come sospesi su pavimenti ricchi e colorati, coperti di tappeti o stoffe. Erano creature divine, e quindi non avevano un corpo in carne e ossa che potesse proiettare un’ombra. L’ombra era la prova dell’esistenza materiale di una persona; se l’ombra mancava, non si apparteneva a questo mondo. Il primo a dipingere le ombre delle figure fu Masaccio, all’inizio del Quattrocento. Quello non era più il mondo medioevale, caratterizzato da una visione della vita che metteva Dio al centro dell'Universo e imponeva all'uomo una totale sottomissione al volere e al potere della Chiesa. È cominciato l’umanesimo: l'uomo è al centro dell'Universo ed è considerato artefice e padrone del proprio destino. Da questo momento i dipinti non rappresenteranno più esseri soprannaturali, ma uomini e donne veri, dotati di ombre: le ombre dolci, senza durezze dei quadri di Leonardo da Vinci; le ombre accese di passione delle scene di Caravaggio e Georges de la Tour; le ombre nervose dei paesaggi di Pissarro; l’ombra simbolo di angoscia di Eduard Munch; le ombre monumentali di Giorgio De Chirico, che diventano presenze vere e proprie; le ombre che nei 66 quadri di Andy Warhol intitolati “Shadows” costituiscono il soggetto stesso dell’opera d’arte.
Per l’autore romano Plinio il Vecchio la pittura ebbe origine quando una donna, la fanciulla di Corinto, tracciò il profilo del suo innamorato intorno all'ombra proiettata dal suo viso. Fino al Trecento però i personaggi dei dipinti – Cristo, la Madonna, i santi e gli angeli – erano senza ombra e stavano come sospesi su pavimenti ricchi e colorati, coperti di tappeti o stoffe. Erano creature divine, e quindi non avevano un corpo in carne e ossa che potesse proiettare un’ombra. L’ombra era la prova dell’esistenza materiale di una persona; se l’ombra mancava, non si apparteneva a questo mondo. Il primo a dipingere le ombre delle figure fu Masaccio, all’inizio del Quattrocento. Quello non era più il mondo medioevale, caratterizzato da una visione della vita che metteva Dio al centro dell'Universo e imponeva all'uomo una totale sottomissione al volere e al potere della Chiesa. È cominciato l’umanesimo: l'uomo è al centro dell'Universo ed è considerato artefice e padrone del proprio destino. Da questo momento i dipinti non rappresenteranno più esseri soprannaturali, ma uomini e donne veri, dotati di ombre: le ombre dolci, senza durezze dei quadri di Leonardo da Vinci; le ombre accese di passione delle scene di Caravaggio e Georges de la Tour; le ombre nervose dei paesaggi di Pissarro; l’ombra simbolo di angoscia di Eduard Munch; le ombre monumentali di Giorgio De Chirico, che diventano presenze vere e proprie; le ombre che nei 66 quadri di Andy Warhol intitolati “Shadows” costituiscono il soggetto stesso dell’opera d’arte.