Bertrand Lavier, nato in Francia nel 1949, ha a lungo riflettuto “teoricamente” sulla pittura e sulla scultura e su come l’arte si relaziona con la vita. Da questo approccio teorico vengono fuori lavori concettuali. I suoi interventi, infatti, sono molto semplici ma allo stesso tempo nascondono riflessioni profonde sul senso dell’arte nel mondo contemporaneo. Nel 1981 Betrand Lavier decide di dipingere un pianoforte. Non lo fa sulla tela ma sul pianoforte stesso, cioè sulla cosa che vuole rappresentare, realizzando per la prima volta… un dipinto 3D! Nell’arte classica gli artisti cercavano di ritrarre la realtà dipingendo un quadro o scolpendo il marmo. Nell’arte contemporanea vogliono direttamente presentare la realtà, prendendo un oggetto e trasformandolo in opera d’arte. A Lavier questo non basta: per lui rappresentazione e presentazione diventano una cosa sola e chi guarda le sue opere non capisce più qual è il confine tra l’arte e la vita.
Bertrand Lavier, nato in Francia nel 1949, ha a lungo riflettuto “teoricamente” sulla pittura e sulla scultura e su come l’arte si relaziona con la vita. Da questo approccio teorico vengono fuori lavori concettuali. I suoi interventi, infatti, sono molto semplici ma allo stesso tempo nascondono riflessioni profonde sul senso dell’arte nel mondo contemporaneo. Nel 1981 Betrand Lavier decide di dipingere un pianoforte. Non lo fa sulla tela ma sul pianoforte stesso, cioè sulla cosa che vuole rappresentare, realizzando per la prima volta… un dipinto 3D! Nell’arte classica gli artisti cercavano di ritrarre la realtà dipingendo un quadro o scolpendo il marmo. Nell’arte contemporanea vogliono direttamente presentare la realtà, prendendo un oggetto e trasformandolo in opera d’arte. A Lavier questo non basta: per lui rappresentazione e presentazione diventano una cosa sola e chi guarda le sue opere non capisce più qual è il confine tra l’arte e la vita.