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Nel 1961 il musicista e filosofo Henry Flynt disse: “L’arte concettuale è un’arte il cui materiale sono i concetti, come il materiale della musica è il suono”. L'arte concettuale nasce negli anni ‘60, un’epoca in cui si protesta in tutto il mondo per un rinnovamento politico, sociale e artistico. In questi anni gli artisti che saranno poi definiti concettuali vogliono evitare ogni tipo di mercificazione della loro opera e per questo finiscono per smaterializzarla. Nei loro lavori scompare il soggetto: non c’è immagine, non c’è oggetto, non c’è bellezza, nessuna narrazione, nessun sentimento. Se tutto sparisce, che cosa resta? Resta un’opera il cui fine non è il godimento estetico, come è sempre stato nella storia dell’arte, ma l’attività di pensiero. Il significato di un gesto è ciò che interessa. E non è poca cosa. Prima si fa a meno dell’imitazione della realtà, poi della prospettiva, poi della forma, del colore, fino ad arrivare al punto in cui si può fare a meno addirittura dell’opera d’arte. Cosa resta? Resta il concetto, l’idea, la riflessione, il pensiero.
Nel 1961 il musicista e filosofo Henry Flynt disse: “L’arte concettuale è un’arte il cui materiale sono i concetti, come il materiale della musica è il suono”. L'arte concettuale nasce negli anni ‘60, un’epoca in cui si protesta in tutto il mondo per un rinnovamento politico, sociale e artistico. In questi anni gli artisti che saranno poi definiti concettuali vogliono evitare ogni tipo di mercificazione della loro opera e per questo finiscono per smaterializzarla. Nei loro lavori scompare il soggetto: non c’è immagine, non c’è oggetto, non c’è bellezza, nessuna narrazione, nessun sentimento. Se tutto sparisce, che cosa resta? Resta un’opera il cui fine non è il godimento estetico, come è sempre stato nella storia dell’arte, ma l’attività di pensiero. Il significato di un gesto è ciò che interessa. E non è poca cosa. Prima si fa a meno dell’imitazione della realtà, poi della prospettiva, poi della forma, del colore, fino ad arrivare al punto in cui si può fare a meno addirittura dell’opera d’arte. Cosa resta? Resta il concetto, l’idea, la riflessione, il pensiero.