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Black Power, potere nero, è uno slogan politico e un movimento di pensiero nato tra gli afroamericani degli Stati Uniti, che ha la sua massima popolarità tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta. Il suo nome è legato a un episodio chiave nella lotta per i diritti civili: la “March against fear”, la marcia pacifica che James Meredith, il primo studente di colore ad essere ammesso all’università del Mississippi, compie da Memphis (Tennessee) a Jackson (Mississippi) nel 1966. James cammina da solo e non fa in tempo a partire che un razzista gli spara. A quel punto moltissimi altri attivisti e associazioni per i diritti civili decidono di proseguire la marcia al posto suo. Nel discorso conclusivo uno dei leader rivendica per la prima volta il potere nero. Black Power! Le organizzazioni antisegregazioniste e tutti quelli che non si accontentano più della politica di non violenza di Martin Luther King passano all'azione e fanno loro il messaggio! Il Black Power è sostenuto da Malcom X, attivista per i diritti civili, che riconosce prima nella religione islamica e poi nell’istruzione per tutti l’elemento capace di abbattere ogni barriera razziale e ogni forma di discriminazione. Ma la testimonianza più potente è quella di Tommie Smith e John Carlos, che nel 1968 alle Olimpiadi di Città del Messico vincono rispettivamente l’oro e il bronzo nei 200 metri. Quando salgono sul podio, mentre risuonano le note dell’inno americano, i due abbassano la testa e alzano il pugno destro avvolto da un guanto nero. Black Power! Quel gesto segnerà la fine della loro carriera sportiva. Il pubblico fischia, le medaglie vengono requisite, i due atleti sospesi. Perdono tutto, ma fanno la storia.  


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Black Power, potere nero, è uno slogan politico e un movimento di pensiero nato tra gli afroamericani degli Stati Uniti, che ha la sua massima popolarità tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta. Il suo nome è legato a un episodio chiave nella lotta per i diritti civili: la “March against fear”, la marcia pacifica che James Meredith, il primo studente di colore ad essere ammesso all’università del Mississippi, compie da Memphis (Tennessee) a Jackson (Mississippi) nel 1966. James cammina da solo e non fa in tempo a partire che un razzista gli spara. A quel punto moltissimi altri attivisti e associazioni per i diritti civili decidono di proseguire la marcia al posto suo. Nel discorso conclusivo uno dei leader rivendica per la prima volta il potere nero. Black Power! Le organizzazioni antisegregazioniste e tutti quelli che non si accontentano più della politica di non violenza di Martin Luther King passano all'azione e fanno loro il messaggio! Il Black Power è sostenuto da Malcom X, attivista per i diritti civili, che riconosce prima nella religione islamica e poi nell’istruzione per tutti l’elemento capace di abbattere ogni barriera razziale e ogni forma di discriminazione. Ma la testimonianza più potente è quella di Tommie Smith e John Carlos, che nel 1968 alle Olimpiadi di Città del Messico vincono rispettivamente l’oro e il bronzo nei 200 metri. Quando salgono sul podio, mentre risuonano le note dell’inno americano, i due abbassano la testa e alzano il pugno destro avvolto da un guanto nero. Black Power! Quel gesto segnerà la fine della loro carriera sportiva. Il pubblico fischia, le medaglie vengono requisite, i due atleti sospesi. Perdono tutto, ma fanno la storia.  


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